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Giovanni Battista Belzoni

Giovan Battista Belzoni (1773-1823) è uno dei molti personaggi veneti che ha lasciato un segno tangibile nella storia non solo locale: uomo imponente, dalla vita ricca e avventurosa e soprattutto protagonista di incredibili scoperte, è uno degli indiscussi protagonisti del XIX secolo, come pure uno dei principali precursori della ricerca archeologica in Egitto.

In cerca di nuovi stimoli ed esperienze, spinto dalla sete di conoscenza e da una volontà incrollabile, viaggia in Italia (fondamentale è il soggiorno a Roma, dove conduce studi regolari, concentrandosi sull'ingegneria idraulica, sul disegno e sulla storia) e poi in Europa, dove lavora in teatro e nelle fiere popolari, fino ad approdare in Egitto, nel giugno del 1815. Qui, abbandonati i panni dell'uomo di spettacolo, si presenta quale inventore di pompe idrauliche, rispondendo all'appello del Pascià Mohammed Alì.

In Egitto, dal 1815 al 1819, non potendo perseguire le sue ambizioni di inventore, si volge all'Antico portando a termine imprese e scoperte eccezionali per conto del governo inglese.

Ritratto di Giovanni Battista Belzoni di Vincenzo Gazzotto, Musei Civici agli Eremitani di Padova

Ritratto di Giovanni Battista Belzoni di Vincenzo Gazzotto, Musei Civici agli Eremitani di Padova

Il trasporto del busto del "giovane Memnone"- Ramses II da Luxor fino a Londra, la scoperta dell'entrata del tempio maggiore di Abu Simbel e relativo accesso all'ipogeo, la scoperta delle tombe di Ay -tutore del giovane Tutankhamon e, poi, suo successore al trono-  e di Seti I nella Valle dei Re a Tebe, l'apertura della piramide di Chefren a Giza, la scoperta della città di Berenice sul Mar Rosso e il trasporto del 'piccolo obelisco' di Philae a Londra sono alcune delle sue imprese più note.

Tali successi gli procurano rispetto e apprezzamento (medaglie commemorative delle sue imprese vengono coniate a Londra e anche a Padova) e anche profonde rivalità e feroci inimicizie - emblematica la controversia con l'ex console francese di origini piemontesi,Bernardino Drovetti, che lo costringe a tornare in Europa nel 1819.

In una brevissima sosta a Padova, prima di dirigersi a Londra, Belzoni regala due stupende statue in diorite che raffigurano la dea Sekhmet, una delle più importanti divinità del pantheon egizio fin dall'Antico Regno, venerata in quasi tutti i principali templi del paese. Oggi, a memento di un passato glorioso spesso poco noto, queste statue campeggiano all'interno del Museo Civico Archeologico di Padova.

La cifra dell'uomo Belzoni emerge senza dubbio nel suo interessante e avvincente Narrative of the operation and recent discoveries within the pyramids, temples, and excavation, in Egypt and Nubia; and of a journey to the coast of the red sea, in search of the ancient Berenice: and another to the oasis of the Jupiter Ammon. Questo resoconto, curato dallo stesso Belzoni di ritorno a Londra nel giugno del 1820, rende molto bene il suo carattere romantico e deciso e, al contempo, con le stupende e vivaci tavole di cui è corredata l'edizione, ci proietta nelle prime fasi, pionieristiche e avventurose, della futura ricerca archeologica in Egitto.

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I coordinatori del progetto al convegno "Ricerche sull'Egitto Antico in Italia",
presso Ca' Dolfin (Università Ca' Foscari di Venezia);
sullo sfondo Belzoni e una delle sculture della dea Sekhmet donate a Padova.